26 settembre 2014

MORTE A NAPOLI





Quando andavo all'Università "Federico II" di Napoli,ci passavo sempre accanto.E ci passavo sempre guardandola con rispetto,quasi con timore,sapendo cos'era a Napoli la libreria  Guida,sapendo chi c'era stato nella libreria Guida a Napoli.Un tempio della cultura e del sapere non solo di Napoli ma di tutt'Italia.
Adesso che l'Università l'ho finita da un pezzo,ogni tanto ci torno(ci tornavo)a Napoli ed ogni tanto,inevitabilmente,vado(andavo)alla libreria Guida,a respirare l'odore dei libri freschi di stampa,a dare una scorsa alle nuove uscite editoriali,a leggere critiche letterarie sulla produzione classica e moderna,italiana e straniera.
Anche l'altro giorno ci sono passato,anche l'altro giorno volevo andarci per consumare il mio rito antico tra le mura di uno dei Templi della Cultura italiana.Ma ho trovato fuori del "Tempio" tantissimi ragazzi urlanti e schiamazzanti e  e tanta gente in attesa di avere accesso alla libreria Guida dove da due giorni per entrare bisogna mettersi in fila,che poi è una fila lunghissima. E così,chiedendo e quasi rifiutandomi di accettare la risposta,ho capito quello che temevo.La libreria Guida stava svendendo le sue immense giacenze di volumi.La gran parte al trenta per cento del prezzo di copertina, qualcuno al cinquanta,quelli più antichi e preziosi (ce ne sono che valgono anche tremila euro) con sconti da stabilire.
Ho avuto un colpo al cuore.Guida era l’ultimo respiro di uno dei più antichi e prestigiosi salotti culturali di Napoli.Due piani di banchi,scaffali,corridoi e sale dove sono passati Kerouac e Ginsberg,Ungaretti e Moravia.Nella Saletta rossa per decenni si è dibattuto di tutto,dalla politica alla poesia alla storia ed alla musica.E di letteratura, ovviamente.Poi,nel marzo 2013,il fallimento,la chiusura. Per fare l’inventario dei settecentomila volumi custoditi in questi locali,più le stampe,gli arredi e i circa trecentomila libri conservati in un deposito in periferia, c’è voluto un anno e mezzo.Ed ora era arrivato il momento di smaltire tutto.Un colpo al cuore.Guida,per me,era un qualche cosa di trascendente,un qualcosa posto nell'Empireo della Cultura internazionale.Ed ora,invece,eccoli là i suoi incredibili volumi dati in pasto a gente che della cultura non sa che farsene,ma che,non appena acquisito il libro,lo rivenderà a chissà chi guadagnandoci chissà quanto.Che tristezza.Una fila interminabile di gente in fila con almeno un’ora di anticipo(come quando si va ai botteghini dello stadio)e inserendo il proprio nome in una lista autogestita(come succede in certi ambulatori ospedalieri o all’Inps)in attesa che cominci la distribuzione dei numeri e l’accesso a gruppi di cinquanta per volta.
Come me ho visto altra gente con tanta malinconia addosso,con i ricordi di tutti quelli che di ricordi ne hanno tanti della libreria Guida.Ricordi di testi scolastici o universitari comprati o venduti,di libri regalati o scelti per sé,di pomeriggi passati a girare tra banchi e scaffali.Di un tempo in cui non esistevano i megastore,gli audiobook e altre diavolerie del genere che,per me almeno,con la cultura nulla hanno a che vedere.
Purtroppo il "caso" Guida non è il solo per la cultura napoletana.Prima lo sfratto di Treves, poi la chiusura di Guida e solo pochi mesi fa, quella di Loffredo.Senza parlare poi dell'incendio del 2013 della Città della Scienza,una vicenda che mi fece ricordare "Il nome della Rosa",Guglielmo di Baskerville e Adso,l'incendio della Torre del Monastero e la distruzione dell'immenso patrimonio di libri in essa contenuto.
Guardando quella scena di "saldi" della cultura,pensavo che in quelle stesse stanze della libreria Guida,una volta frequentate dalle più belle intelligenze della cultura e della letteratura italiana e mondiale,ci andrà a finire,magari,in un giorno forse nemmeno tanto lontano,una pasticceria o una friggitoria o un locale per le pizze d'asporto. 
E ripenso anche,e con rabbia,alle frasi truffatrici e alle parole vergognose,alle impudenze dette da tutti quei politici napoletani che per Napoli prospettavano e promettevano un "Rinascimento napoletano".A pensare a quelle cose,e a guardare invece alla fine delle librerie(e perciò della cultura)capisci perchè Napoli sta morendo,perchè la grande tradizione della cultura napoletana sta morendo.Vedi Napoli e poi muori si diceva una volta.Ma adesso chi sta morendo è proprio e solo Napoli,la sua cultura e con essa,la sua possibilità di riscatto.   

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