15 settembre 2014

LA LIBERTA' E' UN DOVERE



       


Otto anni.Otto anni sono passati da quel 15 settembre 2006,dalla sua morte,dal giorno della morte di Oriana Fallaci.A lei avrebbero dato sicuramente fastidio tutte le celebrazioni postume,la maggior parte delle quali false ed ipocrite,che in questi giorni in tanti,in troppi faranno.Che faranno,magari,proprio quelli che in vita l'attaccarono con violenza,con ferocia ed infine con viltà,quando la malattia l'aveva oramai definitivamente debellata.E otto anni dopo la sua morte, continuiamo a parlare di lei,dei suoi libri-denuncia contro i rischi del fondamentalismo islamico e la colpevole inerzia dell'Occidente.Subito dopo la tragedia dell'11 Settembre i suoi libri("La Rabbia e l'Orgoglio","La Forza della Ragione","Oriana Fallaci intervista se stessa" e "L'Apocalisse")sferzarono l'Occidente intero e la sua decadente cultura.E di lei ne dovremmo parlare ancor più in questi giorni quando quel fondamentalismo islamico sgozza e mozza teste occidentali,perchè a questo ha portato,come proprio la Fallaci denunciava,la codarda,pusillanime,vigliacca politica dei governi occidentali.
Quei suoi libri,quelle sue idee riscossero tanto successo,tanti consensi ma anche(e forse soprattutto)tante critiche feroci.Ed in Italia,la sua (nonostante tutto)adorata Italia,fu accusata di vilipendio all'Islam.Figurarsi cosa potevano importare critiche,offese personali e financo minacce fisiche a lei,a Oriana,a quella donna alla quale il coraggio non era mai mancato(a 14 anni aveva fatto la vedetta per i partigiani).Quello che a lei interessava,pittosto,era la battaglia tesa a scuotere le coscienze,a risvegliare "l'orgoglio" della cultura,della storia,della civiltà occidentale,per evitare che questa abbassasse la testa e soccombesse di fronte alla barbara e cieca violenza degli integralisti.
Sparò ad alzo zero contro tutti:"la sinistra al caviale e la destra al fois gras ed anche il centro al prosciutto mi hanno denigrata,vilipesa,messa alla gogna insieme a coloro che la pensano come me".
Lei voleva che l'Occidente alzasse la testa e ricordasse cos'era la stata la Civiltà Occidentale,qunato era costata l'affermazione della cultura della Tolleranza.Non accettava,non si rassegnava all'idea di una politica dell'accoglienza senza regole che,di fatto,poneva l'Occidente in una posizione supina verso quel mondo arabo integralista che gradualmente invadeva culturalmente l'Occidente tutto.
Di una cosa era convinta:"Stiamo assistendo al tentativo di islamizzazione dell'Occidente.E tutto ciò non avviene per caso ma è insito nel Corano stesso ed è testimoniato da oltre un millennio di conflitti e ostilità tra musulmani e cristiani. Lo scontro di civiltà, volenti o nolenti, era (ed è) già in atto.
E proprio sul dialogo tra civiltà la Fallaci scriveva:"Apriti cielo se chiedi qual è l'altra civiltà, cosa c'è di civile in una civiltà che non conosce neanche il significato della parola libertà.Che per libertà,hurryya,intende «emancipazione dalla schiavitù».(....)Che nella democrazia vede Satana e la combatte con gli esplosivi, le teste tagliate (quanta lungimiranza ! Non è forse quello che sta accadendo proprio in questi giorni?).Che dei Diritti dell'Uomo da noi tanto strombazzati e verso i musulmani scrupolosamente applicati non vuole neanche sentirne parlare. Infatti rifiuta di sottoscrivere la Carta dei Diritti Umani compilata dall'Onu e la sostituisce con la Carta dei Diritti Umani compilata dalla Conferenza Araba. Apriti cielo anche se chiedi che cosa c'è di civile in una civiltà che tratta le donne come le tratta. L'Islam è il Corano, cari miei. Comunque e dovunque.E il Corano è incompatibile con la Libertà,è incompatibile con la Democrazia,è incompatibile con i Diritti Umani.È incompatibile col concetto di civiltà".
Certamente la Fallaci non parlava,anzi,non conosceva affatto il linguaggio del "politically correct",il linguaggio del conformismo e dell'omologazione.Per lei contava solo l'Individuo,il Cervello,le Idee e cioè l'Uomo.Perchè solo con la difesa delle Idee,con l'uso della Ragione l'Uomo è libero.Perciò la Libertà è un dovere più che un diritto. 

Nessun commento: