23 settembre 2014

ESSERE VIVO



41 anni fa moriva a Santiago del Cile,uno il grande scrittore sudamericano Pablo Neruda,che Gabriel Garcia Marquez definisce: “Il più grande poeta del ventesimo secolo”.Qualcuno,in verità definì Neruda un "poeta-pittore".Poeta-pittore”,in quanto Neruda,proprio come un pittore,usa una tavolozza di parole per dipingere il grande quadro della vita.Per alcuni ci vogliono anni,per altri istantanei momenti ispiratori."Dipingere" l’esistenza,non è certo cosa semplice,ma per lui lo era.Leggere una sua poesia,quindi,è come ammirare un quadro;lasciarsi prendere dall'emozione di vivere,cercando la chiave di lettura dell'opera e del pensiero di Neruda.E la chiave di lettura di Neruda era il vivere,l'esistere.Ecco,l'esistenza,il vivere.Solo quando ci si immerge nella sorgente dell’esistenza,abbeverandosi dei piaceri che la vita comunque offre,respirando piccoli sprazzi di quotidianità, godendo di essi, nutrendoci del semplice “vivere”,comprendendo che è il presente ciò che conta, riusciamo a cogliere la bellezza del vivere nel quale acquietare il nostro animo e provare il senso della felicità.Ma la felicità ed il piacere di vivere va ricercato anche sapendo affrontare e sconfiggere l'ozio mentale,il conformismo culturale,l'angoscia e la "paura" di vivere,di andare oltre per cercare altro.Questo il senso,il significato,l'essenza della poesia "Lentamente muore"(che alcuni,attribuiscono a Medeiros,che,però,mai ne rivendicò la primogenitura).Morire di noia(come anche per Moravia).Morire senza aver fatto(o almeno cercato di fare)nulla.Morire senza aver cercato di esistere,di essere vivo.

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