14 settembre 2014

41 MESI DOPO





Ho ritrovato,quasi per caso,un mio post scritto un pò di tempo fa,anch'esso sulla giustizia italiana e sui tentativi (tutti finora falliti e chissà se e chissà quando questo sarà mai possibile)di riformare la giustizia italiana.

Giusto per contestualizzare quel post,va detto che esso era del 1° aprile 2011.Era quindi stato scritto quando Silvio Berlusconi era ancora Presidente del Consiglio,VOTATO DAGLI ITALIANI.Era quindi stato scritto solo  pochi mesi prima che in Italia ci fosse una sospensione di fatto della democrazia,arrivata poi nel novembre dello stesso anno con l'intronizzazione di Mario Monti a Primo Ministro,avvenuta sotto l'alto patrocinio di Angela Merkel e Giorgio Napolitano e senza nessuna "audizione" degli italiani.A cotanto governo  sarebbero poi succeduti,sempre per graziosa concessione del Divino del Colle e sempre senza che gli italiani potessero dire la loro,i non eletti(in tutti i sensi)Governi di tali Letta Enrico e Renzi Matteo.

Ecco la riproposizione di quel post 41 mesi dopo.


"Ma che ci sarà di tanto scandaloso in questo tentativo di riformare il sistema-giustizia in Italia?.Leggi "ad personam" si dice.Leggi per salvaguardare il Premier,per salvaguardare Berlusconi,si dice.Ma è proprio così ? E' davvero così? E allora perchè l'Europa ci condanna per la lentezza esasperata ed esasperante dei processi? Perchè l'imputato viene trascinato e violentato nell'elementare rispetto dei suoi diritti,rimanendo per anni e anni, per decenni interi davanti ad un giudice,continuando a guardare quel Crocefisso che è affisso sul muro,dietro le spalle del giudice,sperando che almeno Lui,almeno il Cristo possa mettere fine a questo Calvario in Terra che è diventata la giustizia italiana?
In tempi non sospetti,un  grande giurista,Piero Calamandrei osservava: «Non disdice all'austerità delle aule giudiziarie il Crocifisso: soltanto non vorrei che fosse collocato, come è, dietro le spalle dei giudici. In questo modo può vederlo soltanto il giudicabile, il quale, guardando in faccia i giudici, vorrebbe aver fede nella loro giu­stizia; ma poi, scorgendo dietro a loro, sulla parete di fondo, il simbolo doloroso dell'errore giudiziario, è portato a credere che esso lo ammonisca a lasciare ogni speranza: simbolo non di fede ma di disperazione. Quasi si direbbe che sia stato lascia­to lì, dietro le spalle dei giudici, apposta per impedire che lo vedano: e invece si vorrebbe che fosse collocato proprio in fac­cia a loro, ben visibile nella parete di fronte, perché lo conside­rassero con umiltà mentre giudicano, e non dimenticassero mai che incombe su di loro il terribile pericolo di condannare un innocente».
Ecco,questo diceva Piero Calamandrei.E Piero Calamandrei non era un elettore di Berlusconi. 

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